martedì 30 agosto 2016

LA VERITA' SUL CASO HARRY QUEBERT


·      Titolo: La verità sul caso Harry Quebert
·      Autore: Joël Dicker
·      Editore: Bompiani
·      Anno: 2012
·      Pagine: 775
·      Prezzo: 19,50 €

Ci sono personaggi che trovi nei libri che non vuoi lasciare e quando arrivi all’ultima pagina ti senti come se stessi perdendo qualcuno che ami. Ti riconosci in loro forse, li ammiri, li invidi, ti invaghisci di loro, non cominci subito un altro libro solo perché vuoi stare ancora un po’ con loro e buttarsi subito in un altro mondo sarebbe un po’ come tradirli. Purtroppo in questo libro non ci sono personaggi che mi abbiano entusiasmata fino a questo punto, anzi, tutti erano un po’ troppo finti, costruiti, esagerati, senza spessore. Non mi sono piaciuti i dialoghi, troppo elementari, a volte ridicoli e noiosi. La storia però è abbastanza buona, nonostante l’inizio mi ricordasse Twin Peaks. Ci sono le giuste dosi di dubbio, colpi di scena e intuizioni investigative fino alle ultime pagine. Il libro racconta della storia di Marcus Goldman e del suo secondo romanzo “Il caso Harry Quebert”, scritto per raccontare la verità sul caso di omicidio per cui il suo amico e mentore, il professor Harry Quebert appunto, è indagato. L’omicidio in questione risale all’estate del 1975 e la vittima è Nola Kellergan, la quale si scoprirà avere avuto una relazione con Harry di quindici anni più vecchio di lei. Quando a distanza di trentatre anni viene ritrovato il corpo di Nola nel giardino di Quebert, questo viene subito arrestato ma Marcus non crede nella sua colpevolezza e inizia a investigare lui stesso sul caso. Tutti diventano sospettati, tutti hanno segreti che una volta svelati aiuteranno a capire che cosa è successo il giorno in cui Nola è scomparsa. Pieno di flash back, di estratti dai libri del professor Quebert, la narrazione scorre comunque piacevolmente e la grandezza del libro non deve spaventare perché si legge velocemente. Il giallo tiene il lettore in continua suspense e ogni volta che il caso sembra chiuso affiora qualche ricordo, qualche personaggio che fa ricominciare i sospetti e le ipotesi. Siamo quindi, come Marcus, appesi al filo dell’incertezza e della volontà di scoprire che cosa successe davvero la sera dell’omicidio di Nola. Non è forse ottimo ma Joël Dicker ha solo ventotto anni ed è al suo secondo romanzo, proprio come Marcus, sicuramente ci ha fatto solo “assaggiare” il suo talento. Aspetterò quindi il suo prossimo lavoro per vedere se mi sto sbagliando.


Articolo pubblicato sul numero 23 di dicembre 2013 del periodico "Indicatore mirandolese" di Mirandola (MO)

lunedì 29 agosto 2016

LA GIOIA DI EDUCARE


·      Titolo: La gioia di educare
·      Autore: Paolo Crepet
·      Editore: Einaudi
·      Anno: 2008
·      Pagine: 407
·      Prezzo: 13.50 €

Avevo appena comprato questo libro e iniziato a capire quanto mi interessasse questo argomento quando ho letto l’articolo sul giornale che annunciava l’incontro con l’autore venerdì 17/10 proprio qui a Mirandola: Crepet avrebbe parlato del suo libro “L’autorità perduta” (Einaudi, 2011). Ovviamente sono andata alla conferenza e sono stata felice di vedere la stanza piena di gente tanto da dover rimanere in piedi per tutto il tempo. Paolo Crepet, infatti, mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto riflettere. Il libro di cui vi scrivo qui è una raccolta di tre suoi volumi: “Non siamo capaci di ascoltarli”, “Voi, Noi”, “I figli non crescono più”. Tutti quanti affrontano i problemi dell’educazione dei figli, raccontando in modo duro, senza scontarci niente, gli errori che si fanno giornalmente spesso ritenendo erroneamente di essere  nel giusto e di agire per il loro bene. Fa capire molto bene quali siano le problematiche più serie che si dovrebbero affrontare: cercare di dare più libertà e autonomia ai figli dando loro la giusta dose di stima e coraggio per affrontare la vita, senza tenerli sotto una campana di vetro per non farli stare male o essere tristi, ma piuttosto accompagnandoli nel loro cammino aiutandoli solo se necessario. E ovviamente spiega quali sono due parole chiave nell’educazione: ascolto e comunicazione. Crepet scrive più e più volte che non ha senso vivere nell’era di Internet, Facebook, YouTube se poi non riusciamo a comunicare con  le persone che sono nella stanza a fianco alla nostra. Attraverso numerosi esempi che vengono riportati, tra l’altro, capiamo quanti riscontri positivi abbiamo nel momento in cui gli educatori vanno incontro e ascoltano i ragazzi. Un altro tema fondamentale che affronta è l’educazione nelle scuole: limitata, triste, povera. Non abbiamo una buona educazione scolastica, le risorse alle scuole vengono tagliate e Crepet ci aiuta a indignarci per questo problema e ci fornisce buoni suggerimenti per un possibile miglioramento. Non si può dire che i ragazzi non hanno voglia, non hanno interessi, guardano programmi sbagliati, stanno ore davanti alla play station: chi decide il palinsesto alla tv? Che alternative offriamo ai ragazzi durante il pomeriggio affinchè non stiano per ore muti davanti a uno schermo? Tantissimi anche i casi di cronaca che vengono riportati come esempi e che ci fanno capire quanto si è lasciato correre in questi anni, quanto bisogna recuperare, quanto ci sia da lavorare. Con i libri, e dal vivo venerdì, almeno a me personalmente, ha fatto venire voglia di provare a prendere la giusta direzione, di migliorarmi, di mettermi alla prova. Penso che questo libro sia un ottimo aiuto (nonostante sia di qualche anno fa è estremamente attuale) per tutti coloro che sono o saranno genitori, ma anche per professori, sindaci, capitani di squadre sportive, chiunque abbia a che fare con l’educazione dei ragazzi. Ragazzi che saranno il futuro di questo Paese, che formeranno le famiglie di domani. Ci vuole coraggio, si può essere terrorizzati ma bisogna provare a cambiare le cose: solo così potranno esserci dei risultati. Crepet ci parla di una scuola per genitori, creata in una provincia italiana, e penso che non sia così assurdo, perché educare è probabilmente la cosa più difficile che esista e come in tutte le cose difficili non bisogna avere paura di chiedere aiuto. Non è il mondo che sta peggiorando, sono le persone che hanno cambiato atteggiamento, e bisogna fare al più presto un’inversione di rotta. Dovrebbero essere organizzati più spesso incontri di questo tipo e mi piacerebbe vedere pieno il Palazzetto la prossima volta.


Articolo pubblicato sul numero n. 19 di Ottobre 2013 del periodico "Indicatore mirandolese" di Mirandola (MO).

mercoledì 24 agosto 2016

IL SALE DELLA VITA


·      Titolo: Il sale della vita
·      Autore: Françoise Héritier
·      Editore: Rizzoli
·      Anno: 2012
·      Pagine: 95
·      Prezzo: 6,00 €

Il sale della vita non è un romanzo, è una sorta di promemoria, di quelli che dovrebbero essere appesi al frigorifero, pieno di tutte quelle cose che ci ricordano quanto è bella la nostra vita se la guardiamo attraverso tutti quei piccoli dettagli che la compongono.
Penso che tutti noi dovremmo fare un simile elenco ogni tanto, io l’ho fatto un paio di volte. Non certo così accurato come quello di Françoise Héritier, ma tutti noi dovremmo a volte fermarci un attimo, rallentare, spegnere i motori e rilassarci. Dovremmo iniziare a guardare meglio che cosa ci circonda per accorgerci della bellezza a cui troppo spesso passiamo accanto senza notare nulla. Ad esempio la felicità di vedere la prima rosa fiorire nel proprio giardino, arrivare a casa in tempo per mettere lo stendino con i panni stesi al coperto prima del temporale, mangiare l’ultima pasta al cioccolato rimasta al bar il sabato mattina, ritrovare un paio di jeans e vedere che ti stanno ancora, ricevere i complimenti per qualcosa che hai scritto, fare un aperitivo con gli amici, guardare un film che non si vedeva da anni, fare il primo giro in scooter dell’anno, contare i giorni che mancano alla visita di una città in cui non si è mai stati, alzare la tapparella e vedere che sarà una bella giornata di sole, camminare a piedi nudi sull’erba fresca, giocare a pallone dopo anni che non si palleggiava… questi momenti sembrano sempre così scontati e futili, ma senza queste piccole cose che vita faremmo? Il nostro corpo si anima con questi istanti, si alimenta con l’arte e la bellezza.
Per questo mi sento di consigliare questo piccolo elenco di “cose da fare”, o da ricordare, a chiunque, ma specialmente a chi crede di non avere tempo per pensare a queste piccolezze, perché è questo “sale” che rende grandi le nostre vite, e sarebbe bello se tutti se ne rendessero conto.


Articolo pubblicato nel n. 13 di Luglio 2013 del periodico "Indicatore mirandolese" di Mirandola (MO)

mercoledì 17 agosto 2016

DI TUTTE LE RICCHEZZE


·      Titolo: Di tutte le ricchezze
·      Autore: Stefano Benni
·      Editore: Feltrinelli
·      Anno: 2012
·      Pagine: 205
·      Prezzo: 13,60 €

Leggere un libro di Stefano Benni è come entrare nel mondo delle favole, però si incontrano personaggi più burrascosi e complicati, anche se non meno irreali. Ho terminato da poco “Di tutte le ricchezze”, un breve romanzo romantico e nostalgico ma anche singolare.
La storia è quella di Martin, un professore di mezza età che vive in un piccolo paese in mezzo ai boschi, in solitudine, lavorando su saggi e poesie soprattutto sulla vita del Catena, un poeta locale morto in un manicomio anni prima. La vita tranquilla di Martin viene disturbata, un giorno, dall’arrivo di una coppia che si trasferisce vicino a casa sua: lui un mercante d’arte e lei, Michelle, una ballerina, che farà riaffiorare nel nostro professore i vecchi ricordi di un amore perduto. I due inizieranno a conoscersi e a condividere giornate di pensieri e confessioni, di pranzi e di camminate. Momenti duranti i quali si sentiranno vicini pur non potendo mai oltrepassare un certo limite imposto dalla loro età e dalle loro diverse vite.
Ma come alcuni fortunati incontri, che a volte capitano e ci sconvolgono, la vita di Martin e Michelle riprende vigore, si riempie di nuovo di speranze  e di sogni, di passione e di amore. E tra tutto questo troviamo la divertente apparizione di amici “rocchettari”, baristi motociclisti, animali che parlano svelando perle di saggezza, il tutto sullo sfondo di storie di misteriose leggende.
Favola a parte, Benni ci regala ancora una volta un romanzo che ci fa riflettere sulla fugacità della vita e sull’importanza di inseguire i nostri sogni, e ancora sull’incidenza nel nostro cuore di alcune persone: alcune destinate a rimanere e altre anche solo ad indicarci la strada.


Recensione pubblicata sul numero 10 di Maggio 2013 del periodico "Indicatore Mirandolese"
  

venerdì 5 agosto 2016

IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI


·      Titolo: Il linguaggio segreto dei fiori
·      Autore: Vanessa Diffenbaugh
·      Editore: Garzanti
·      Anno: 2011
·      Pagine: 359
·      Prezzo: 18,60 €

Vittoria, la protagonista di “Il linguaggio segreto dei fiori”, è un personaggio bellissimo: complicato e interessante come raramente capita di incontrare. Attraverso queste pagine conosciamo la sua vita e tutte le difficoltà che, in quanto orfana, ha dovuto affrontare, prima con le famiglie affidatarie, poi con la comunità. Una vita in cui non è riuscita a conoscere l’amore materno e il calore dell’unità di una famiglia ma in cui prevalgono l’odio e la rabbia. Vittoria è sempre stata rifiutata a causa del suo temperamento, così inizia a costruire intorno a sé una corazza verso il mondo e verso gli altri che sarà possibile “sciogliere” nel momento in cui verrà affidata a Elisabeth. Con lei Vittoria inizia ad aprirsi e a credere che ci possa essere un lieto fine: inizia a conoscere le piante, i fiori, a coltivare la terra e a prendersi cura del vigneto vicino a casa. Solo i fiori però, il loro linguaggio e il loro profumo, resteranno per sempre con Vittoria che, capitolo dopo capitolo, ci svela il segreto che la porterà a lasciare Elisabeth e a dover farcela ancora una volta da sola. Dovendo trovare un lavoro per poter sopravvivere da sola dopo i diciotto anni, Vittoria inizia a dare una mano a Renata, titolare di un negozio di fiori, e grazie alle sue composizioni inizia a farsi conoscere tra i clienti. Vittoria ha infatti la capacità di dare alla gente quello di cui ha bisogno attraverso la composizione di mazzi di fiori scelti appositamente in base al loro significato . I fiori le regaleranno una nuova vita e la porteranno ad affrontare nuove sfide, ma soprattutto la aiuteranno a vincere i fantasmi del passato e la accompagneranno nello sconfiggere quella paura rappresentata per lei dal futuro. In questo momento della mia vita tra l’altro devo pensare a come riempire il giardino di quella che sarà la mia nuova casa quindi sarà divertente avere un aiuto per scegliere cosa piantare e cosa no. Penso che difficilmente, ora che ho letto questo libro, regalerò un mazzo di fiori senza prima consultare il dizionario che compare alla fine del romanzo,  e penso che non riuscirò a non documentarmi nemmeno quando, ma soprattutto se, li riceverò io. 


Articolo pubblicato sul numero 4 di Febbraio 2013 del periodico "Indicatore Mirandolese".