mercoledì 29 ottobre 2014

TUTTO PUO' CAMBIARE

Se fino a ieri c'era "C'è posta per te" che utilizzavo come antidoto per quando mi sentivo triste e avevo voglia di stare bene e provare quella sensazione di serenità che ti riempie appieno, da oggi c'è un film in più che posso usare. Sto parlando di "Tutto può cambiare": una piccola perla che apre la stagione invernale italiana di cinema nel migliore dei modi possibili. Non ho mai preso droghe ma penso che il senso sia quello di non pensare, di sballare, essere fuori di sé e sentirsi potenti. Beh, se è così io allora non ho bisogno di droghe per sentirmi in quel modo, mi basta vedere un film come questo. Ho provato una sensazione di adrenalina e poi di commozione, quasi fino alle lacrime, non per qualcosa in particolare ma più per la pienezza della scena che stavo guardando. 
Questo è un film ottimo, delicato come quelli di Sofia Coppola, dalla colonna sonora alla location. Ottimi anche gli attori (ormai è chiaro che io amo pazzamente Mark Ruffalo). 
Perfino Adam Levine mi è piaciuto, nonostante la sua parte rimanga in secondo piano, però ho visto la versione italiana in cui per fortuna hanno tenuto le canzoni in lingua originale inserendo i sottotitoli.
La storia parla di Greta, una cantautrice inglese, che incontra il particolare produttore musicale Dan Mulligan (il meraviglioso Mark Ruffalo) che con lei incide un album "on the streets". Suonano e cantano, insieme a una singolare band, per le strade e sui palazzi di New York facendoci sentire a fondo, anche dalle poltrone della sala cinematografica, il sapore di quella città. La musica, si sa, è vita per l'uomo. E' come un afrodisiaco. Se ci mischiano passione, musica e New York è ovvio che quello che ne deriva è un capolavoro! Appena il film è finito non riuscivo a stare ferma, avevo voglia di ballare, di gridare, non riuscivo a tenere le mani ferme e avevo già in mente le parole che sto scrivendo ora. Poi mentre me le ripetevo tra me e me ho capito che cos'è che stavo provando: era amore.
Mi sono completamente e follemente innamorata di questo film.


lunedì 13 ottobre 2014

VERONICA GUERIN

In questo periodo, fortunatamente, sto passando un sacco di sere sul divano a guardare un film. 
Ieri sera mi sono imbattuta in "Veronica Guerin", film di Joel Schumacher del 2003.
La protagonista è la sempre fantastica Cate Blanchett che interpreta la giornalista del "Sunday Independent" assassinata nel 1996 per il solo motivo di aver svolto il suo mestiere. Io non la conoscevo molto, avevo dodici anni nel '96, ma il film fa venire voglia di saperne di più, e fa arrabbiare. I motivi sono tanti, uno fra tutti il constatare che in quasi vent'anni le cose non sono migliorate ma sono esattamente le stesse.
Con questo non voglio dire che sia inutile lottare, anzi, si deve. Ma è molto triste vedere che anche nel 2014 i giornalisti, che hanno la sola colpa di saper svolgere il proprio lavoro, vivono con la paura di essere rapiti e giustiziati davanti al mondo intero.
O, come Roberto Saviano, ricevano ancora minacce di morte solo per aver scritto qualcosa che può smuovere le acque e aprire gli occhi a qualcuno che non vede, non sente e non parla.
Il nostro Paese, il nostro mondo, è ancora un posto spaventoso per chi non ha paura di denunciarne i crimini.
Spero con tutto il cuore che l'informazione diventi davvero libera, senza vincoli o pericoli. Solo sapere, conoscenza. Ma questo sarebbe sinonimo di intelligenza, e noi purtroppo siamo ancora molto stupidi.