venerdì 12 aprile 2013

Anna Karenina

Premetto che so che non è facile racchiudere in due ore tutta l'intensità del romanzo di Tolstoj. E so anche che non è semplice interpretare una donna complicata come Anna Karenina, ma di sicuro, per quanto mi piaccia Keira Knightley, in questo film l'esperimento non è riuscito. Un lungo applauso però alla regia e alla scenografia. Essendo uno dei classici per eccellenza sarebbe stato infatti troppo ordinario girare il film in modo standard, e proprio perchè è una storia conosciuta già rappresentata è stato giustamente puntato sull'imprevedibilità. Il film, infatti, sembra una rappresentazione teatrale in cui tutti gli attori si muovono a piacimento del regista e a volte sembrano proprio burattini nelle sue mani. Le scene si svolgono sul palco, dietro le quinte, tra il pubblico.  Sono tutte collegate tra loro, ognuna è come se nascesse da quella precedente e i personaggi vi danzano all'interno.
Le scenografie sono piene di colori e di contrasti: il bianco della neve, il nero dei treni, il rosso dei vestiti di Anna, il blu della divisa di Vronskij. Bello il gioco di sguardi iniziale tra i due, ma poi nessun trasporto travolgente. Bravissimi invece Jude Law, che mi piace da quando ha vestito i panni di Watson, e Alicia Vikander nel ruolo di Kitty. Romantico il momento in cui Levin le dichiara per la seconda volta il suo amore.  
Tra tutti i buoni e perfetti attori del cast non riesco davvero a capire come mai per i ruoli dei due protagonisti siano stati scelti due attori tra i quali l'alchimia è evidentemente inesistente.
Del romanzo ricordo che venivano spesso nominati gli occhi grigi di Anna, profondi e potenti, ma non li ho visti stasera. Non mi sono emozionata fino alle lacrime perchè non ho visto sullo schermo la disperazione, la tristezza, l'incertezza e la sofferenza che mi avevano fatto amare il romanzo. Non sono stata catapultata nel solito mondo in cui mi ritrovo quando guardo un film che mi rapisce, ed è un peccato perchè ero sicura sarebbe successo stasera.