sabato 29 dicembre 2012

Tutti pazzi per i musical

Ultimamente sono stata "accusata" di essere entrata in sciopero perché non sto aggiornando il blog. Beh, è vero, ma non certo per la mancanza di voglia di scrivere. Purtroppo negli ultimi due mesi non ho visto un film che mi abbia fatto venire particolarmente voglia di aggiornarlo, ma ieri sera ne ho visto uno. Sono infatti rimasta sveglia fino all'una e mezza sul divano a guardare "Sette spose per sette fratelli". Nonostante sia un pò datato (è del 1954) non lo avevo mai visto, né conoscevo le canzoni, come invece succede spesso per i musical famosi, e mi è piaciuto. E' stato molto divertente, soprattutto il ballo tra i fratelli di Adamo, boscaioli che vivono tutti soli in mezzo alle montagne, e le ragazze del paese, contese anche dai ragazzi "per bene" che vivono con loro in città. Ho sempre adorato i musical ma in questi giorni, grazie anche a un telefilm americano che io ho scoperto solo adesso ma che in realtà sta già trasmettendo la sua quarta stagione (ebbene sì, lo confesso: mi piace Glee!) mi sono ricordata di quanto mi appassionino, di quanto vorrei avere tutte le colonne sonore e vorrei vederli tutti dal vivo a teatro almeno una volta. Vorrei essere coinvolta a 360 gradi dalle emozioni che solo uno spettacolo che racchiude in sé così tante forme di arte, come il ballo, il canto, la recitazione, ti può dare. E così ho intenzione di prendermi la colonna sonora di un altro classico, e per questo intramontabile, musical come "Grease" perchè voglio ballare al ritmo di "You're the one that i want". E poi riguarderò "Cats" perchè non c'è niente di più magico di Elaine Paige che nei panni di Grizabella canta "Memory". Ballerò anche un pò con Gene Kelly, con o senza pioggia. Mi farò terrorizzare nel castello di "The Rocky Horror Picture Show" ma sbatterò i piedi al ritmo di "The time warp". E vogliamo parlare della stupenda interpretazione di Daniel Day-Lewis in "Nine"? "Be Italian" cantata da Fergie è sempre la mia preferita ma il film è fantastico dall'inizio alla fine. Così come Gerard Butler, il fantasma dell'opera più affascinante di tutti. Meno affascinanti i fratelli Blues ma chi se li dimentica? E per citare John Belushi: "quando il gioco si fa duro" entra in scena "All that Jazz". Allora che lo show abbia inizio di nuovo, cercherò di guardarne un altro il prima possibile perchè non riesco a fermarmi, magari mi riguardo "Notre Dame de Paris" o "Mouline Rouge". 
"Mamma Mia!".. sono pazza per i musical!

martedì 6 novembre 2012

On the road

Nel film "Piovuta da cielo" Ben Affleck dice una frase alla fine che mi torna in mente molto spesso e che più o meno fa così: "A volte capita di incontrare delle persone che ci cambiano completamente la vita. Magari in un incontro che dura poche ore o pochi giorni ma che basta per farti ricordare quelle persone per sempre". E' questa frase che mi viene in mente se penso al Dean Moriarty che troviamo in "On the road", libro di Jack Kerouac scritto nel 1951 e ora film di Walter Salles.
Dean è una di quelle persone che, come una droga, ci provocano immenso dolore e gioia nello stesso tempo, ci sentiamo da loro amati e un attimo dopo traditi. Ma ci sentiamo bene solo se stiamo loro vicini e quindi condividiamo il più possibile con loro, affrontiamo insieme qualsiasi cosa sapendo che prima o poi ne dovremo fare a meno ma non è ancora il momento di staccarci. E così Sal e Dean vivono insieme esperienze che li segneranno e che segneranno altri come loro. Vivono alla giornata, viaggiando per gli Stati Uniti con pochi dollari in tasca ma con una tremenda voglia di libertà e soprattutto con la loro insaziabile sete di vita. In Dean troviamo la difficoltà di trattenere tutta la sua energia, è una persona magnetica che attrae a sè ma che alla fine rischia di non evolversi mai e di non fare quel passo avanti che nella vita prima o poi dovrebbe essere fatto. E' una di quelle persone che ti dà tutto, si prende tutto, e che se non stai attento rischia di annullarti. Seguiamo Sal, Dean, Marylou e altri loro compagni di viaggio in serate piene di parole, musica, fumo, libertà sessuale, serate di divertimento, e spesso, fortunatamente, sotto di noi quattro ruote ci portano lontano, fino in Messico. 
Il film mi è piaciuto tutto sommato (ho scritto la recensione appena tornata dal cinema a mezzanotte e un quarto seduta sul letto..), però mi ha lasciata un pò perplessa perchè non mi ricordavo tutte quelle scene di sesso nel libro, mentre invece manca una delle mie scene preferite del romanzo e cioè quando in Messico guardano le stelle, anche se a questo punto penso che dovrei rileggerlo perchè magari non ricordo bene.
Probabilmente il regista ha voluto focalizzare l'attenzione su quella voglia di vivere così tanto intensamente che ti porta, però, inevitabilmente a compiere molte cose che invece spesso ti avvicinano a un senso di vuoto, ed è quando te ne rendi conto che devi essere abbastanza forte per essere capace di cambiare direzione. Mi ha fatto venire voglia di rileggere il libro, se non altro per poter stare in compagnia di Sal e Dean per un pò più di due ore. Poi potrò sempre chiudere il libro e tornare alla mia realtà, ma almeno per qualche ora, viaggerò e lo farò con loro. 

martedì 25 settembre 2012

Prometheus

Se nel cast non ci fosse stato Michael Fassbender non sarei mai andata a vedere questo film al cinema, e ora che l'ho visto posso confermare che potevo spendere molto meglio i miei soldi. Non è di certo il mio genere cinematografico preferito, ma se un film è buono, anche se di fantascienza, mi piace ugualmente. Questo invece l'ho trovato un po' banale, come un ripescaggio di vecchie storie, già viste e sentite più volte.
Due scienziati trovano inciso in una grotta l'ennesimo simbolo che rappresenta un punto preciso dello spazio che risale a 35.000 anni fa. Il simbolo è lo stesso trovato in più zone del mondo e in diverse civiltà, quindi, convinti che si tratti di un invito da forme di vita più intelligenti, dai nostri probabili creatori addirittura, la nave spaziale Prometheus parte per il pianeta indicato nei segni. In realtà si scoprirà che non si tratta affatto di un invito e tutto l'equipaggio ne pagherà le conseguenze. E qui la prima scena già vista: alcuni di loro si comportano da eroi che mi ricordano molto Bruce Willis in "Armageddon". 
Fassbender, il quale è comunque l'unica cosa che mi è piaciuta del film, mi ha fatto ricordare invece "2011 Odissea nello spazio" perchè interpreta un robot che inizialmente ha in mano le sorti del Prometheus e più volte sembra HAL, ideato da Kubrick. Ancora con lui è la terza scena che mi ha fatto ricordare un altro film, anche se è la scena che mi è piaciuta di più. David, il robot da lui interpretato, trova la cabina di pilotaggio in una navicella spaziale e aziona un meccanismo in grado di riprodurre un ologramma raffigurante tutte le costellazioni, i pianeti, le stelle e le galassie esistenti e all'interno di quelle figure che ruotano attorno a lui anche David sembra quasi danzare. Inutile dire che la scena che mi è tornata in mente, specialmente quando anche in questo film sparisce tutto in un attimo, è quella in cui Chaplin/Hitler danza con il mappamondo che poi gli scoppia tra le mani. Come ho già scritto, storie già raccontate. Mi ha stupita soprattutto Charlize Theron il cui personaggio è assente e insignificante. 
Sì, nel film ci si chiede chi ci ha creati e si cerca la nostra provenienza, ci si accorge che il rapporto tra creato  e creatore, anche nel senso di genitore - figlio, è molto più complicato e paradossale di quanto pensiamo. Si parla di fede, ma per restare in tema di ripetizioni, le stesse domande me le sono posta anche dopo aver guardato "Hereafter" di Clint Eastwood.

mercoledì 12 settembre 2012

Anonymous

E' o non è William Shakespeare il vero scrittore di tutte le sue opere? Questo è il problema.
Non avendolo studiato approfonditamente alle superiori non sapevo nemmeno che ci fosse un dubbio simile nella letteratura, ma "Anonymous" mi ha aperto un mondo nuovo.
Il film parla, infatti, della possibilità che William Shakespeare non sia il vero autore delle opere che tutti conosciamo ma che abbia solo, per una serie di eventi a lui fortuiti, prestato il suo nome affinché il vero genio rimanesse anonimo data la sua elevata posizione sociale che non gli permetteva di rivelarsi.
Ho, quindi, atteso gli applausi del pubblico insieme al Conte di Oxford e mi sono commossa nel pensare a quanto deve essere orribile lavorare tanto per qualcosa per poi sentire lodi fatte a qualcun altro.
Avere creato qualcosa di magico ma non poter gridare al mondo che è opera tua, e dover invece essere spettatore di quella vita che avresti potuto avere.
Vediamo il Conte di Oxford soffrire ad ogni sua parola messa in scena rivivendola insieme agli attori sul palco. Lo vediamo soffrire per l'intensità con cui ciò che scrive si ripercuote sul pubblico, un mondo a cui non può parlare con il proprio nome e che non conoscerà mai la sua vera grandezza. 
In "Romeo e Giulietta" Giulietta si chiede cosa sia un nome e dice che quella che chiamiamo rosa con un altro nome profumerebbe ugualmente. Non ha quindi tanta importanza se il nome di chi ha scritto quelle opere meravigliose sia quello che realmente noi tutto conosciamo, ma tutto questo arricchisce la storia e la letteratura di intrighi e misteri. La rende molto più affascinante. Si dovrebbero incuriosire in questo modo gli studenti quando si parla di storia e si dovrebbe far vedere loro questo film, se non altro per l'interpretazione calda, appassionata e travolgente di Rhys Ifans, che interpreta appunto il grande poeta.
Il personaggio di Shakespeare risulta allo spettatore addirittura antipatico, ma sicuramente furbo e veloce nel prendere al balzo l'opportunità di diventare immortale grazie alle parole di qualcun altro.
Dopo "Anonymous" ho letto anche un libro che parla pressoché della stessa storia di fondo ma è ambientato ai giorni nostri ed è ricco di riferimenti a fatti storici interessanti, documentati e davvero esistenti.
Che sia vero o che sia tutto inventato, la mia iniziale è comunque un'affascinante domanda da porsi e quindi, dopo la visione del film di Roland Emmerich, consiglio anche il libro di John Underwood "Il libro segreto di Shakespeare", il quale mi ha stregata già dal primo sguardo dato alla copertina.

domenica 26 agosto 2012

Seta

Ho letto "Seta" un sabato pomeriggio.
Cento pagine di leggerezza, di sussurri, di soffi di vento, di petali, di colori. Leggere "Seta" sembra come camminare su una nuvola in punta di piedi.. è come posare lo sguardo solo per pochi secondi su tutti i personaggi della storia soffermandosi su alcuni per poi alla fine capire che non hai visto la lucentezza di altri che meritavano uno studio più attento.. E oggi, una domenica mattina, sola in casa con le finestre aperte da cui entra spesso un pò vento che porta aria fresca, mi sembra di essere vicino al parco che il protagonista Hervé Joncour si è costruito.
"Seta" racconta la storia di un uomo, Hervé Joncour, che vive in Francia con sua moglie e che come mestiere compra e vende bachi sa seta. In seguito a un'epidemia che fa sì che tutti i bachi da seta europei e africani siano infetti e quindi non utilizzabili, Hervé parte per il Giappone in cui incontrerà un mondo del tutto nuovo e una ragazza che, solo attraverso i loro sguardi, gli fa ricordare quanto possono essere potenti i sentimenti. 
Ma oltre a questa ragazza, di cui non conosciamo nulla, nelle pagine si incontrano altri personaggi che incidono sulla vita di Hervé: Baldabiou, suo mentore della vita lavorativa, Madame Blanche, una prostituta, e sopratutto si incontra il personaggio di Hélène, la moglie di Hervé, che come spesso accade, ci fa capire quanto siano belle le cose che amiamo che sono vicino a noi, ma anche quanto siamo inclini a renderle facilmente scontate.
("Seta", di Alessandro Baricco)

martedì 31 luglio 2012

Last night

Quante persone speciali ci sono nella vita di ognuno di noi? Quante ne incontreremo ancora anche se ci sembra che tutto sia già stato scritto? Vorrei conoscere quella persona che non ha qualcuno di speciale il cui ricordo fa ancora sorridere, o addirittura tremare. Il cui ricordo non fa forse più così male, ma continua incessantemente a torturarci piacevolmente quando c'è qualcosa che non va. E' quello che racconta "Last night", uno dei miei film preferiti. Un film semplice che racconta però una storia molto complicata. Un film che fa nascere in noi mille domande e fa affiorare mille ricordi. E' commovente, vero, emozionante, molto dolce, con un finale unico che mi ha fatto dire ad alta voce "Bello" la prima volta che l'ho visto. Da allora ogni tanto mi tornano in mente i personaggi di questa storia, soprattutto quelli interpretati da Keira Knightley e Guillaume Canet, e mi chiedo nella vita vera, tra le coppie che ritengo storiche, tra chi incontro tutti i giorni per strada, chi sento al telefono per lavoro..anche loro avranno qualcuno che non riescono a dimenticare? Qualcuno che viene ancora loro in mente se ascoltano una canzone o leggono una poesia? C'è qualcuno per cui siamo ancora così importanti anche se abbiamo preso strade diverse? Quel qualcuno che è l'unico che ci conosce, che ci fa sentire belle, per cui siamo ancora delle muse. E noi cosa stiamo facendo, tradendo anche solo nel ricordare il passato? A chiederci come sarebbe stato.. non avevamo il coraggio? Non siamo state all'altezza? E' stato solo un errore di tempi? Abbiamo fatto bene a lasciare tutto com'era? E' questo, l'amore che non si può vivere, il vero amore? L'uomo non è forse masochista, non crediamo che l'amore più romantico sia quello che comporta delle rinunce? Ci inventiamo cose tipo "Ti amo troppo", "Se continuiamo a vederci ci mettiamo insieme e io adesso non voglio", "non sono pronto".. ma alla fine facciamo tutto questo solo perché abbiamo paura. 
La vita non si può controllare, come neanche i sentimenti, ma le storie sì.
Così spesso scegliamo la via più semplice lasciando tutto così com'è, non provandoci neanche per paura di rovinare tutto. Vogliamo rimanere con quelle storie a metà per poterci ripensare e stare male e poter fare le vittime. Per poter vivere una storia d'amore struggente, strappalacrime. Per diventare scrittori e raccontare altre storie piene di cose non dette. Quante persone stanno insieme da anni ma non sanno nulla di questi segreti? Quanti diari sono stati scritti con storie così? Quanti sogni sono stati fatti cercando di non fare rumore? Non pensiamo mai di provare a vivere subito queste storie fino in fondo perché viviamo credendo che quello che non è successo resterà bello per sempre. Quello che non possiamo avere è sempre più seducente di quello che ci circonda. 
Il fuoco scotta e non si può toccare, ma non si rimane forse incantati davanti al camino acceso per ore? 

mercoledì 25 luglio 2012

My week with Marilyn

Il personaggio di Marilyn nel film dice una frase: "Tutte le persone a cui voglio bene mi abbandonano. Gli uomini vengono a letto con Marilyn Monroe ma quando vedono che io non sono lei se ne vanno". Era la stessa cosa che diceva anche Rita Hayworth: "gli uomini vanno a letto con Gilda, si svegliano con me".
Non avevo mai pensato così tanto a quanto doveva essere difficile essere la donna più desiderata e conosciuta al mondo. Con tutte le insicurezze che già prova una donna nella sua vita, cercare di essere costantemente all'altezza di tutti e di tutto deve essere stato snervante e corrosivo. 
Troppa bellezza e sensualità racchiusa nel corpo di una donna sola.
Michelle Williams in questo film mi ha davvero sorpresa. E' stata abbagliante, meravigliosa. Penso che durante le riprese dei film in cui Marilyn recitava dovesse succedere proprio questo: è lei che prende la scena, la fa sua, ti cattura. Sembra che esista solo lei, o almeno tu è lei che vuoi guardare. Marilyn, ragazza così fragile davanti a coloro il cui giudizio le faceva paura, e così bella e spudorata davanti a tutto il mondo. Ho sempre saputo, leggendo qua e là, di Marilyn e della sua vita, dei suoi problemi, dei matrimoni, ma vederli lì davanti a me l'hanno fatta diventare ancora più reale. Lei non è quella che vediamo sui libri, sui portafogli, sulle valigie, Marilyn si nasconde dietro quel sorriso, si intravede dietro lo sguardo della star. Era solo una ragazza che non riusciva a reggere tutto il peso che volevano farle portare. 
Dopo aver visto questo film sto rivalutando l'Oscar. In effetti, Maryl Streep è stata eccezionale e perfetta, ma Michelle Williams è proprio diventata Marilyn Monroe. Mi lasciava senza parole in alcune scene perchè è entrata nel personaggio davvero a fondo. Belli anche i costumi che hanno usato, lo stile inglese del film e il trucco degli attori. Lo consiglio, specialmente a chi vuole sapere qualcosa in più su Norma e non su Marilyn.

venerdì 11 maggio 2012

Mirror MIrror .. on the wall..

Once upon a time.. Walt Disney. Quando eravamo bambini eravamo affascinati dalle storie dei cartoni animati che raccontavano di eroi, di principesse, di spade, di draghi, di mele, di boschi incantati. Quando eravamo piccoli i cartoni animati e le favole ci aiutavano a sognare , a capire cosa era giusto e cosa sbagliato, a distinguere il bene dal male, a essere ottimisti e credere nel lieto fine. Quando siamo cresciuti i problemi sono diventati più grandi e siamo diventati più pragmatici e realisti e i sogni, a poco a poco, si sono allontanati. Poi però è arrivata la Pixar. Con i suoi cartoni fatti su misura anche per noi siamo "scusati" se andiamo a vedere un cartone animato al cinema. I cartoni di adesso permettono anche a noi di poter tornare un pò indietro nel tempo. Ci permettono di capire che c'è sempre tempo per una risata e ci fanno rivivere quelle storie che ci avevano fatto sognare, o spaventare anche, in maniera più consapevole. Possiamo prendere in giro i personaggi che una volta ci facevano paura, possiamo entrare di nuovo in un mondo incantato senza sentirci ridicoli o fuori luogo. Così è per "MIrror mirror". Sono tornata al tempo della storia di Biancaneve e mi sono divertita tantissimo. Julia Roberts è strepitosa nei panni della regina cattiva e i sette nani sono la ciliegina sulla torta del film. Mi è piaciuto molto perchè la sceneggiatura è davvero divertentissima, così come gli attori. Biancaneve non perde più tempo a cantare con gli uccellini ma si rimbocca le maniche per combattere contro la regina cattiva. Lotta addirittura armata di spade e, se una canzone ahimè alla fine la canta (è pur sempre Snow White), è determinata a riprendersi ciò che è suo, compreso il principe. La cosa bella nei cartoni moderni infatti è che, come le donne del mondo di oggi, le principesse sono diventate combattive e fondamentali per la loro stessa salvezza perchè, a differenza delle fiabe a cui siamo abituati, adesso i cavalli bianchi dei principi devono essere aiutati con una bella spinta per farsi avanti. Però poi, come nelle fiabe a cui eravamo abituati, per fortuna arrivano sempre.

sabato 5 maggio 2012

Before sunrise (Prima dell'alba)

Questa mattina sono andata al lavoro ugualmente anche se è sabato. Ho sistemato alcune cose che dovrò fare lunedì, poi sono uscita e ho fatto altri giri che dovevo fare anche se nessuno ha portato a conclusioni concrete. Quindi sono tornata a casa per preparare il pranzo un pò delusa e ho acceso la tv per vedere se c'era almeno un bel film in programma (ovviamente su Sky) .. e c'era! Il film di cui parlo è un evergreen, cioè di quelli che potrei guardare e riguardare senza mai stancarmi. Oggi ne ho approfittato per guardarlo in lingua originale, dato che io avevo solo la videocassetta, e non avuto alcun problema perchè lo so quasi a memoria! La storia racconta di quello che la maggior parte della gente spera che accada durante un viaggio: incontrare qualcuno di davvero carino e speciale, scendere dal treno insieme e vedere nascere un legame così forte e unico da farti rimanere senza fiato. E' un film senza effetti speciali (i migliori!) e senza pretese, che racconta la storia di Céline, una ragazza francese, che durante il viaggio in treno per tornare a casa a Parigi incontra Jesse, un ragazzo americano che deve rimanere a Vienna per un giorno per prendere, il giorno dopo, l'aereo che lo riporterà negli Stati Uniti. Dopo essersi conosciuti lei accetta di scendere dal treno insieme a lui e iniziano a conoscersi. Per tutta la durata del film i due protagonisti si interrogano su tante cose: la vita, l'amore, il destino, si raccontano le loro storie. Ethan Hawke e Julie Delpy sono fantastici nei loro panni, sembra quasi che siano loro Jesse e Céline nella vita reale e non li stiano solo interpretando. Mentre si guarda il film ci si pone sulla vita le domande che si fanno loro.. ma come nella vita,  che rappresenta nel bene e nel male il mondo reale, alla fine del film arriva la mattina. Arriva il momento di salutarsi, di capire che è stato bello, addirittura magico, ma bisogna tornare al proprio piccolo mondo.. forse..(è molto bello infatti nel film quando ci fanno rivedere gli stessi luoghi in cui i protagonisti sono passati la sera prima però alla luce del giorno).
Prima dell'alba mi ha sempre fatto venire voglia di andare a Vienna e di ripercorrere i loro stessi passi visitando gli stessi luoghi, anche se dopo 17 anni dall'uscita del film, probabilmente qualche locale non ci sarà più.
Tra l'altro è uno di quei film di cui anche il sequel "Before sunset (Prima del tramonto)", è bellissimo, uscito nel 2004. Di solito sono contraria ma questa loro storia era rimasta nell'aria come qualcosa di non concluso di cui però si voleva sapere il finale, doveva continuare. Anche i due attori protagonisti lo volevano fortemente e hanno infatti scritto la sceneggiatura insieme al regista, R. Linklater.
Insomma, sento di consigliarlo a tutti quanti perchè questo film è bello, è romantico, originale, intelligente, interessante e ti lascia quella sensazione di essere consapevole di come la tua vita possa cambiare in un solo istante e ci ricorda che, da un momento all'altro, potremmo avere una bella sorpresa. 
Basta solo fare come Céline: accettare.

mercoledì 2 maggio 2012

Up in the air

Sarà stato l'aperitivo con una coppia di amici durante il quale abbiamo parlato di viaggi, sarà stato il sole di questa mattina dopo la giornata di ieri piovosa 24 ore su 24, sarà che B. sta per partire per Valencia per lavoro e io invece faccio un lavoro che non potrebbe essere più sedentario di così.. ma si è svegliata quella parte di me che sogna di viaggiare continuamente. La parte di me che avrebbe sempre la valigia in mano.
Tutti gli scorpioncini come me capiranno benissimo di quale parte sto parlando: abbiamo di solito una parte che sogna la stabilità e la sicurezza che è quella che nel mio caso prevale il più delle volte, e poi la parte più trasgressiva che quando si sveglia fa molto rumore e non ti fa più capire niente se non che vuoi andare via. Dove non ha importanza.
Così mi è venuta voglia di guardare "Un in the air". MI ricordo che dopo aver visto quel film avevo scritto subito sul diario, probabilmente mentre ancora scorrevano i titoli di coda.
Il film parla di Ryan Bingham, interpretato da George Clooney, il cui lavoro è volare per tutta l'America per andare a licenziare persone. In queste righe parlo solo della parte del film che mi ha fatto venire voglia di viaggiare però, non parlo del lavoro del protagonista che tra l'altro vede anche un episodio triste di cui negli ultimi tempi si sente parlare alla tv troppo spesso. Parlo solo del fatto che Ryan nella storia è abituato a vivere solo, senza avere nulla con sè se non una piccola valigia. Questo è troppo anche per me, io non voglio stare sola, ma sicuramente avrei voglia di vedere cose nuove e di conoscere gente.
E' bello avere i vestiti tutti piegati nell'armadio, un frigo pieno, una libreria colma di libri, ma la parte del film che parla della libertà mi fa venire voglia di grandi città, di taxi, di metropolitana, di ristoranti con listini in diverse lingue, di chiedere indicazioni stradali, di imparare nuove tradizioni.
L'ultima frase che dice è molto bella e fa più o meno così: "Questa sera molti torneranno a casa e i vostri cani vi salteranno addosso, il vostro coniuge vi chiederà come è andata la giornata e poi vi addormenterete. Sopra di voi molte luci, e quella più luminosa delle altre sarà quella delle ali del mio aereo che volerà sopra di voi". Mi ha ricordato una frase di una canzone dei Negrita: "c'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò".
Oggi vorrei davvero essere quella luce lassù, sopra di voi.

mercoledì 4 aprile 2012

Albert Nobbs

Questa sera al cinema proiettavano "Albert Nobbs". Sono corsa a casa e adesso ho bisogno di scrivere, quindi significa che il film mi è piaciuto. Di solito misuro la bellezza di un film con l'intensità del bisogno di scrivere che mi viene subito dopo. Beh, questo è di sicuro un film che parla di una storia su cui non posso non parlare, ma assomiglia molto a quello che ho già scritto a proposito di "Bastardi senza gloria". Ho visto i titoli di coda e mi sono messa a pensare: perchè? come finisce così? Anche stasera amaro in bocca prima di dormire. Glenn Close è molto brava nei panni di Albert, ed è buffo come diventa strano e divertente vederla con abiti femminili. La normalità diventa finzione. Questa è una storia triste, brutta e ingiusta. In Albert si possono riconoscere tutti quelli che lavorano tutta una vita per ritrovarsi con niente. Il succo è proprio questo. Tutto quello che fai, che vivi, che provi, dipende dal destino, dalla fortuna, da come devono andare le cose. Ma non puoi essere tu a deciderle. E' molto bello il detto "se ci credi allora si avvera", ma dopo un film del genere non pensi più che sia possibile crederci solamente. Il film rispecchia quello che succede nella realtà di tutti i giorni: le persone buone e con un animo nobile, che sono generose e non fanno male a nessuno sono quelli che ottengono dalla vita dolore, quelli egoisti che invece se ne fregano degli altri sono quelli che spesso hanno la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Albert lavora tutta a vita per essere poi ridicolizzato. Tutti parlano senza conoscerlo sul serio. E' davvero incredibile, il film mi ha fatta arrabbiare. Ma si potrebbe anche riassumere in un altro modo quello che ti fa capire una storia così: fregatene e goditi la vita. Non contare i soldi che hai sul conto corrente se ti vuoi fare un piccolo week end da qualche parte, non guardare se fuori piove se hai voglia di camminare, non chiamare qualcuno domani perchè magari adesso è tardi, non correre dietro a persone o cose che ti fanno stare male e che non ti permettono di sentirti bene con te stessa. Come diceva Leonardo di Caprio in "Titanic": La vita è un dono e non ho intenzione di sprecarlo"... senza farlo apposta ho trovato il paragone perfetto. Sappiamo tutti che fine ha fatto Jack Dawson..

martedì 27 marzo 2012

Voglia di film

Questa sera sono un pò triste. Sono appena tornata a casa, ancora per un pò sarò da sola. Non ho ancora acceso la tv o la radio, quindi non sento nulla. Nemmeno una macchina passa per strada..eppure sono solo le dieci e mezza di sera.. Il mio morale non è proprio alle stelle, non sono molto di compagnia. Avrei voglia solo di lamentarmi e di non pensare ai piccoli problemi che ho in questo periodo che però stasera non riesco a tenere divisi e li sommo tutti quanti. E tutti insieme fanno vedere le cose un pò deprimenti. Così avrei proprio bisogno di uno di quei film che ti facciano capire che per almeno due ore potrai rifugiarti in un luogo dove tu non esisti più, dove sei completamente assorto in un mondo di personaggi affascinanti e perfetti. Dove non ti ricordi nessun momento della tua vita o non hai modo di preoccuparti per il futuro perchè tu lì non esisti, puoi essere uno spettatore esterno, nessuno sa che ci sei, non fai rumore, puoi spiare gli altri e stare bene, sentirti bene, sei finalmente leggero. Ho bisogno di una storia divertente, tipo "Harry ti presento Sally" o "It's complicated". Di una storia romantica che ti entra dentro come "Last night" (prima o poi dedicherò pagine a questo film!!). Ho bisogno di una storia che ti faccia aver voglia di partire e di non avere radici e di stare da sola come "Up in the air". Ho bisogno di una storia che mi metta paura per provare un'emozione forte, ma che non sia la delusione, come "Shining" o "The others". Avrei bisogno dei personaggi di Meg Ryan che mi portano a Parigi come in "French Kiss" o che mi facciano innamorare di New York, come fa da anni Sarah Jessica Parker, come in "C'è posta per te". Avrei bisogno di sentire il cuore accellerare come quando sento MIchael Fassbender che interpreta Mr. Rochester in "Jane Eyre". Avrei bisogno di una colonna sonora che mi faccia venire voglia di ballare ogni volta che la ascolto anche se sono passati anni dalla prima volta come quella di "Dirty Dancing". Avrei bisogno di uno di quei film spensierati come "Mamma mia!". Avrei bisogno della voce di Bette Davis per ricordarmi di quanto può essere grande un'attrice. Avrei bisogno di un protagonista maschile complicato e altruista come Rick di Casablanca. Avrei voglia di partire sul pullman con Clarke Gable in "Accadde una notte" e rivedere all'infinito la scena in cui cerca di spiegare come si fa un vero autostop. Avrei voglia di sognare un pò con "Moulin Rouge" e poi di entrare nella libreria di Hugh Grant in "Notting Hill". Vorrei un film con la dolcezza di "Lost in Translation" e il pizzico di pazzia di "Elizabethtown". Avrei anche bisogno di Tim Burton, magari creasse un mondo tutto per me come solo lui può fare! Avrei bisogno della sensibilità di Chaplin, solo lui potrebbe riuscire a raccontare una storia rispecchiando esattamente come mi sento io in questo istante. 
Dato che però non siamo in un mondo inventato e non si può mettere la musica nei punti in cui manca un pò di azione, o una battuta divertente creata a tavolino, e nemmeno mettere il "the end" quando si vuole... torno ai miei pensieri.. ma almeno per circa quaranta minuti mi sono sentita bene, ed ero proprio dove volevo essere.

sabato 24 marzo 2012

Bastardi

Ieri sera hanno fatto vedere per tv un film e questo fa notizia già di per sè. 
Il film in questione è il capolavoro di Tarantino "Bastardi senza gloria". Quel film mi era piaciuto da matti quando ero andata a vederlo al cinema e l'ho riguardato molto volentieri (ho riguardato molto volentieri anche Michael Fassbender!). Anche a distanza di mesi però quello che mi fa provare quel film è sempre la stessa sensazione. Mi sono ritrovata a chiedermi, come la prima volta che l'ho guardato: perchè non è possibile avere la certezza che tutto quello che facciamo nel nostro piccolo per migliorare le cose non sarà insignificante? C'è una frase di Gandhi che dice più o meno "tutto quello che fai può anche essere insignificante ma devi assolutamente farlo". Ok, sono d'accordo. OK, lo faccio. Ma mi fa arrabbiare il fatto di non poter vedere il mio lavoro compiuto, il mio dovere fatto, i frutti che ha dato la mia fatica. E così per la protagonista del film. Lei ha visto morire la sua famiglia per mano tedesca, e quindi porta dentro di sè la rabbia per tutta la vita. A un certo punto però ha la possibilità di vendicarsi e rimane lei stessa vittima della sua rabbia. So che la vendetta non è una delle cose migliori a cui aspirare.. ma a volte devo dire che davvero dovrebbero essere pareggiati un pò i conti. Soprattutto con chi ci ha trattati male, ci ha calpestati e poi se ne è stato bello felice per la sua strada. Una piccola soddisfazione ci deve essere.. invece anche ieri sono rimasta come si dice, con l'amaro in bocca. 

lunedì 19 marzo 2012

Monsieur Legris

Le indagini del Sig. Legris sono state una piacevolissima scoperta.
Ero alla Feltrinelli a Modena con una mia amica e sono stata catturata da un libro che consiglio a tutti quelli a cui piace Parigi e a chi ama i gialli. Quelli divertenti però, non paurosi o che ti mettono ansia. Purtroppo non sapendo subito che era una serie di indagini che ha lo stesso protagonista ho comprato il terzo libro, ma mi sono già procurate i primi due. Il protagonista è Victor Legris, libraio (e io amo i libri in cui si parla di librai e librerie!!) di Parigi che la passione per i misteri, quindi quando ci sono delitti o sparizioni misteriose, inizia per suo conto indagini che lo porteranno a scoprire indizi e colpevoli. La trama, anche se è un libro francese (di solito smetto di leggerli perchè non mi prendono come dovrebbero) mi piace e scorre bene ed è anche molto divertente. Non mi piace solo il personaggio di Victor, anche tutti gli altri personaggi sono affascinanti (come personaggi femminili soprattutto la sua fidanzata). Divertentissimo Joseph, il commesso della libreria di Legris.. a volte ti ritrovi a sorridere e nemmeno te ne eri accorto! Chi scrive è Claude Izner ma il nome è inventato: ho scoperto su internet che si tratta di due sorelle francesi che hanno scritto questi libri sotto un unico nome.. anche loro, nella vita reale, oltre che scrittrici, sono libraie... 

The Iron Lady

A volte serve proprio un film così, o meglio, una storia così.
Magari da vedere dopo aver avuto una giornata di lavoro in cui ti fanno sentire, o ti senti tu, piccola piccola. Sono andata a vedere, come quasi ogni martedì sera, un film per la rassegna "English Movie" a Modena: "The Iron Lady". Purtroppo non conosco bene le vite dei personaggi politici di questo secolo, dovrei informarmi molto di più, e quindi mi è piaciuto molto vedere spiegata la vita di una donna di cui avevo solo sentito parlare genericamente: Margaret Thatcher. Puoi essere d'accordo oppure no con le sue idee politiche, ma sicuramente bisogna darle atto di aver avuto un carattere forte, deciso e determinato. Si è sempre dovuta far strada in quanto donna, ma anche per le sue idee che è riuscita a portare avanti e a concretizzare anche sapendo che non avrebbero portato notorietà, benevolenza e futuri voti. Quello che le importava era far rimanere e rendere ancora più forte il suo Paese. Era avere una buona economia, che puntasse al progresso. Ti viene quasi voglia di iniziare a far qualcosa anche tu di più concreto, di urlare più forte per dire quello che non va e cercare una soluzione. In più mi è piaciuto molto perchè viene raccontata anche una parte della vita personale e in alcuni punti è davvero molto dolce. Alcune immagini sono rese ancora più emozionanti dalla bravura di Meryl Streep. Meritatissimo l'Oscar!!! Potrebbe davvero interpretare qualsiasi ruolo, e in ognuno sarebbe straordinaria.

sabato 10 marzo 2012

Hugo Cabret

La settimana scorsa ho visto Hugo Cabret e lo consiglio a tutti coloro che amano i primi film del 1900. Il film ti trasporta quasi in un'altra dimensione.. ti senti come all'interno degli ingranaggi degli orologi che Hugo, il piccolo protagonista di questa storia, fa funzionare all'interno della stazione dei treni di Parigi. La scenografia ha davvero meritato l'Oscar vinto giorni fa, è sensazionale! La storia, triste e divertente nello stesso tempo, non è il punto forte del film, ma quando vedi i titoli di coda ti dispiace che sia già arrivata la fine. Eri entrato in quel mondo, in quell'epoca, avevi rivisto gli attori del cinema muto che ti piacciono.. e poi è ora di andare (un uomo in sala si è anche sbagliato quando hanno fatto vedere Buster Keaton ha detto che era Charlot... gli volevo dire qualcosa ma ho preferito farmi i fatti miei). Ogni tanto mi accorgevo di rimanere a bocca aperta e con un sorriso stampato in faccia perchè in alcuni punti si vedono alcuni trucchi del cinema di allora, i nostri effetti speciali di oggi, ed è stato interessantissimo. Ho sentito che questo film è come una dichiarazione di amore per il cinema e sono perfettamente d'accordo.
Inoltre segnalo come ottima l'interpretazione di Helen McCrory che interpreta la moglie del regista Georges Méliès nel film. Se c'era lei in scena non riuscivo a guardare nessun altro personaggio perchè il mio sguardo veniva catturato dalle sue espressioni. 
Una precisazione però: ho visto il film in lingua originale quindi non so che voci abbiano attribuito ai personaggi e l'effetto finale... spero non l'abbiano rovinato.
Ora vado a preparare il pranzo data l'ora, contenta per aver ricordato un pò della magia del film.